
L’Istituto Tecnico Industriale “Quintino Sella”
Inaugurata nel 1936, questa grande scuola fu progettata con criteri talmente moderni da non aver richiesto sostanziali modifiche, se non – in tempi recenti – l’aggiunta della palestra, costruita dove un tempo sorgeva un oratorio intitolato a San Rocco. Il porticato, sostenuto da colonne in sienite dal disegno originale, è valorizzato dalla scalinata; l’ampio e alto atrio, ornato da busti e targhe in pietra e bronzo, l’aerea scala interna e la capiente aula magna conferiscono all’edificio nobiltà e funzionalità. Il progetto fu firmato dall’ingegner Cornelio Grossi, all’epoca direttore dell’Ufficio Tecnico Comunale.
Le origini dell’istituto risalgono al 1838: nato per iniziativa del vescovo Pietro Losana come Scuola di Incoraggiamento per Arti e Mestieri, nel 1869 – grazie all’impulso di Quintino Sella – divenne Regia Scuola Professionale e fu collocato nel chiostro di San Sebastiano. Nel 1911 gli fu annesso il Lanificio-Scuola “Felice Piacenza”. Alcuni decenni dopo il trasferimento nella sede attuale, l’Istituto Tecnico Industriale si arricchì, grazie al preside Franco Rigola, del Liceo Tecnologico, poi evolutosi nel Liceo delle Scienze Applicate.
I ritratti marmorei presenti nell’atrio raffigurano Basilio Bona (l’epigrafe ricorda le leggi sui filati da lui scoperte), Severino Grattoni (primo direttore della scuola, noto per aver progettato il traforo del Frejus insieme a Grandis e Sommeiller), Amedeo Avogadro e Quintino Sella. Quest’ultimo busto è opera dello scultore romano Emilio Dies. Più recente è il ritratto bronzeo di Armando Gallandt, preside dal 1940 al 1970.
L’istituto possiede una ricca biblioteca e alcune collezioni naturalistiche. Costeggiando il lato sinistro dell’edificio, nel cortile si possono osservare tre cimeli di archeologia industriale: un moltiplicatore meccanico a vapore e due caldaie, tra cui una particolarmente significativa, anch’essa a vapore, che alimentava l’albero motore di uno stabilimento meccanotessile.
