LA VIA DEL CUOIO
Il cuoio è ancora oggi un materiale molto utilizzato come lo era al tempo per fare numerosi oggetti. In tempi recenti viene utilizzato soprattutto per gomme e materiali plastici che interessano molto il territorio biellese, in quanto sviluppato nel settore tessile. Il Vernato era un luogo adatto ad inserire concerie. Le mandrie offrivano le loro pelli e l’acqua era in abbondanza come il legno di castagno e le ghiande di querce, elementi fondamentali nel cuoio. Nel 1856 con l’inaugurazione della ferrovia di Santhià trasportare il cuoio divenne più semplice. La qualità del lavoro nel Vernato era alta, grazie anche alla tenacia degli operai, come Stefano Chiorino che riuscì a lavorare la pelle degli elefanti.
La rivoluzione industriale colpì anche il Vernato che diventò un vero e proprio luogo di industria e fonte di occupazione.
La Conceria di Antonio Varale, nata nel 1733, produceva pelli per pellicce e guanti. Nel 1840 diventò la prima fabbrica biellese per cinghie in cuoio. Solo nel 1900 la fabbrica contava circa 200 operai, 12 impiegati e numerosi cavalli. I suoi prodotti venivano esportati in Francia, Canada, Sud America e Oriente. Pietro Sozzi, a quel tempo proprietario, si fece carico sia di un’ampia modernizzazione dei macchinari sia di un ampliamento di gamma di prodotti realizzati dall’azienda, in particolar modo orientandosi verso la produzione di cinghie e accessori per telai. Tutti questi prodotti venivano ricavati a partire dalla parte migliore delle pelli bovine, il cui ottenimento dai quadrupedi era eseguito con maestria dai macellai vernatesi, pertanto non era inusuale trovare lungo le strade del Vernato pelli appese ad asciugare.
Dopo la morte di Pietro nel 1937 l’attività passò in mano ai figli Giuseppe ed Enrico e vi rimase fino al 1972, data di chiusura dell’attività.
Altra figura importante è quella di Lorenzo Chiorino (1877-1957), il quale dapprima lavorò presso la conceria Varale, dove imparò i segreti del mestiere, per poi aprire in seguito la propria ditta omonima nel 1906, situata sulla collina fra il Piazzo e il Vernato. A collaborare con lui vi era il fratello Umberto.
Già nel 1916 Lorenzo apriva il secondo stabilimento, questa volta in zona Sant’Agata.
La fabbrica Chiorino dovette adattarsi anche allo sviluppo dell’industria chimica e all’avvento dei derivati del petrolio, in grado di produrre materiali plastici e gomme sintetiche con elevate prestazioni fisico-meccaniche; che presto andarono a sostituire definitivamente il cuoio. Con tali nuovi materiali l’azienda iniziò a produrre nastri trasportatori e cinghie di trasmissione sintetiche.
Oggi il gruppo Chiorino da lavoro ad oltre 850 dipendenti, fra la Casa Madre, tuttora in regione Sant’Agata, e le diverse filiali nel mondo.