
Il Cimitero
Progettato da Nicola Martiniano Tarino e inaugurato nel 1832, il cimitero fu successivamente ampliato: a sud nel 1896, a ovest nel 1929 e infine a est. Sia nell’impianto generale sia nelle singole edicole, presenta elementi di grande interesse architettonico e custodisce pregevoli opere di scultura, pittura, vetro e mosaico. Vi operarono artisti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero.
Sulla facciata si può ammirare una Pietà in bronzo, composta da sette figure, opera di Gino Piccioni da Foligno. Entrando nel cimitero originario, porticato sul lato nord, si segnalano gli altorilievi dell’edicola Abate, realizzati dal milanese Eros Pellini. Tra le firme presenti spiccano anche quelle di Luca Gerosa, scultore svizzero (tomba Sismondi), e di Pierre Maffeo, francese (edicola Maffeo).
La cappella centrale ospita ritratti marmorei di Antonio Zucconi da Macerata, Carlo Fait da Rovereto, Gaetano Cellini da Ravenna e Giuseppe Bottinelli da Biella.
Nell’ampliamento ovest si trovano:
il monumento ai Caduti (Cristo risorto), la Pietà dell’edicola Tarabbo e il gruppo bronzeo con graffiti murali dell’edicola Ghelf, tutti di Gino Piccioni;
l’altorilievo dell’edicola Bonino, opera di Carmelo Cappello da Ragusa;
la Crocifissione dell’edicola Ramella Pralungo, di Antonio Zucconi;
la Pietà dell’edicola Bertagnolio, di Giovanni Cantono da Ronco Biellese;
la Pietà dell’edicola Ranotto-Tavolino, di Emilio Musso da Torino, suocero di Cantono.
Nell’ampliamento sud si trovano:
la tomba Capitani, di Gabriele Ambrosio da Torino;
l’edicola Vaglio, di Umberto Baglioni da Scalea;
la tomba Ronchetti-Aymar, di Giacomo Giorgis da Peveragno;
l’edicola Bilotti, di Attilio Biancardi da Asola (biellese d’adozione);
la tomba Antoniotti-Menabrea, di Carlo Fait;
il busto di Giuseppe Squindo, opera di Stefano Argenti da Viggiù, con colonne in ghisa a richiamare la sua attività di fonditore.
Due porte conducono rispettivamente al cimitero protestante e a quello israelitico. In quest’ultimo è particolarmente significativo il memoriale dedicato a Emanuele Iona, perito nel naufragio della nave Città di Milano, realizzato da Giuseppe Bottinelli.
L’ampliamento est è collegato al tempio crematorio.
